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Inossidabile Maite Maiora Elizondo

Quinta classificata all'UTMB 2023, l'atleta basca del Team Vibram si racconta in microfoni di Outdoortest.

alfredo tradati Scritto il
da Alfredo Tradati

Chamonix, 31 agosto 2023. Incontriamo Maite Maiora Elizondo presso il Vibram Truck nel villaggio UTMB allestito nel centro della città ai piedi del Monte Bianco. E’ tranquilla, rilassata e disponibile. L’indomani dovrà affrontare una delle prove più dure del circuito ultra-trail e sa che fare una bella gara qui vale più di ogni altra vittoria. Ma non è tesa, ne’ preoccupata, o perlomeno non lo da a vedere. Risponde volentieri alle nostre domande dimostrando una passione e una serenità invidiabili e una determinazione di ferro. Determinazione che porterà Maite Maiora al traguardo di Place du Triangle de L’Amitié, sabato 2 settembre, in quinta posizione tra le donne e quarantesima nella classifica assoluta, in 25 ore 2 minuti e 26 secondi. La migliore prestazione di tutto il Team Vibram. Ecco la nostra intervista.

Odt: Durante la tua lunga e stimolante carriera, quali sono stati i cambiamenti più significativi nel mondo dello skyrunning (e ultra trail) che hai osservato, sia in termini di tecnologia che di cultura sportiva?

Maite: Eh, la verità è che sono in questo mondo da circa 13-14 anni e ho visto un sacco di progressi tecnologici. È incredibile: correvo con certe scarpe… e all’epoca quasi non esistevano zaini per il trail running. Le tecnologie avanzate in termini di abbigliamento tecnico per le donne non esistevano; noi ragazze dovevamo correre con indumenti da uomo, perché altrimenti, beh, non c’erano vestiti particolarmente buoni per quel periodo. A questo proposito, ho visto un grande avanzamento nel materiale. Questo influisce anche sul peso degli indumenti e delle scarpe. Oggi vediamo che c’è stato molto lavoro, molti anni di test in laboratorio e tutto è progredito notevolmente. La verità è che è una gioia vedere questi progressi. C’è stato un grande cambiamento anche in termini di persone; oggi la gente corre molto e tutto è molto più professionalizzato. Si guarda tutto con maggiore attenzione; direi che c’è quasi unprimae undopo“, con una differenza esponenziale.

Tre espressioni di Maite Maiora durante l'intervista a Chamonix.
Tre espressioni di Maite Maiora durante l’intervista a Chamonix.

Odt: Oltre al running, hai qualche hobby o interesse particolare che ti aiuta a rilassarti e a ricaricare le energie? La musica, l’arte o qualche altra passione artistica hanno un ruolo nella tua vita?

Maite: Sono molto affezionata alla montagna. In inverno, mi dedico allo sci e ad uscire con gli amici. In pratica, la montagna non è solo un luogo dove faccio trail running; è un ambiente che mi offre molto. Apprezzo anche il ciclismo. Ma per rispondere alla parte della tua domanda che riguarda interessi al di fuori dello sport, devo dire che ho una passione per i puzzle, specialmente quelli giganti. Oltre allo sport, abbiamo tutti una vita lavorativa, quindi il tempo libero è limitato. Tuttavia, adoro la musica e ne ascolto spesso quando sono a casa.

Odt. Lo sky running ti porta in alcune delle montagne più spettacolari del mondo. Come la tua connessione con la natura influisce sulla tua vita e sulla tua etica sportiva?

Maite Maiora: Prima di essere una trail runner o una corridora, sono fondamentalmente una montanara. Il rispetto per la montagna è per me essenziale, e ci sono molti modi di godere di questo ambiente. Che io cammini, corra, arrampichi, scii o pedali, lo faccio sempre mantenendo un profondo rispetto per l’ambiente e gli animali che lo popolano. È importante ricordare che gli animali sono nel loro habitat naturale, e io sono l’intrusa che entra nel loro territorio. Non credo che ci debba essere nemmeno una discussione sul gettare rifiuti; il punto è semplicemente di rispettare la montagna. A mio parere, questo rispetto è fondamentale.

Odt. Chi ti ha ispirato nella tua carriera e come spera di ispirare la prossima generazione di sky runners? Come vorresti essere ricordata nel mondo dello sky running?

Maite Maiora: In realtà, quando ho iniziato, non c’erano molte donne nel campo della corsa in montagna. Tuttavia, ero fortemente ispirata da Emanuela Brizio, la trail runner italiana. C’erano anche altre atlete, come la basca Nerea Amilibia e un’altra francese di cui, al momento, non ricordo il nome. Sono tutte figure che mi hanno ispirata, guardando le quali ho pensato: “Vorrei correre come fanno loro.” Ciò che conta di più per me è essere ricordata come una persona, non solo come un’atleta. Una persona che ama la montagna e che ama correre in essa. E ogni volta che ho partecipato a una competizione, ho cercato di comportarmi in modo eticamente impeccabile dal punto di vista sportivo. È così che vorrei essere ricordata.

Maite Maiora ha concluso l'UTMB 2023 al 5° posto femminile e 40° assoluto.
Maite Maiora ha concluso l’UTMB 2023 al 5° posto femminile e 40° assoluto.

Odt. Qual è stato il momento più buio nella tua carriera?

Maite Maiora: Il momento più difficile è stato quando ho subito una frattura da stress al femore. Questo incidente è coinciso con un intervento chirurgico per una lussazione alla spalla che ho dovuto affrontare pochi giorni dopo. È stato un periodo terribile: pensavo che non avrei più potuto neanche camminare a passo svelto. Mi trovavo a invidiare le persone che vedevo semplicemente camminare per strada. Non sto parlando di correre, ma proprio di camminare a passo svelto. Da quell’esperienza ho imparato ad apprezzare i momenti in cui sto fisicamente bene. Non si tratta solo di prestazioni o di tempi; quando non sento dolore, è un momento prezioso. Le lesioni più gravi che ho avuto sono queste: la frattura al femore e i due interventi chirurgici alla spalla. Inoltre, continuo ad avere problemi con il tendine del tibiale posteriore, che è molto degenerato.

Odt. Quali sono gli insegnamenti più preziosi che hai tratto dalla tua carriera di sky runner?

Maite Maiora: Gli errori sono i migliori maestri. Ho imparato che per fare le cose bene, a volte devi prima capire come farle male. In questo senso, la mia carriera mi ha offerto numerose lezioni. In passato, anche se provavo dolore o disagio, tendevo a seguire ciecamente le indicazioni dell’allenatore o a fare ciò che era previsto. Oggi, invece, ho imparato l’importanza di ascoltare il mio corpo. Ho compreso che il riposo è anch’esso una forma di allenamento e che non tutti i giorni sono uguali dal punto di vista fisico. A volte è fondamentale saper mettere un freno per evitare infortuni o per garantire un recupero più efficace. Questa saggezza l’ho acquisita nel corso del tempo, e spesso imparando dalla strada degli errori.

Odt. A 43 anni, sei una concorrente molto competitiva. Qual è il segreto della tua longevità nello sport, e come mantieni alta la motivazione e l’energia?

Maite Maiora: È una domanda semplice ma complicata allo stesso tempo. , ho 43 anni e ho passato molti anni in questa battaglia sportiva. Credo che la mia resistenza derivi dal fatto che questo è diventato un vero e proprio stile di vita per me. So che un giorno tutto questo finirà, perché non potrò dedicare tutta la mia vita unicamente alla competizione ad alto livello. Tuttavia, lo sport resterà sempre una parte di me. Ciò che mi mantiene motivata è la soddisfazione personale che provo nel raggiungere determinati obiettivi. Durante questi anni, ho attraversato molti alti e bassi e ho affrontato numerosi infortuni, ma alla fine, è lo stile di vita che ho scelto che mi dà l’energia per continuare. E, per il momento, non vedo una data di scadenza in vista.

Maite Maiora Elizondo è una delle atlete più longeve nel trail running.
Maite Maiora Elizondo è una delle atlete più longeve nel trail running.

Odt: Come vedi il ruolo delle donne nello skyrunning e negli sport estremi oggi, rispetto all’inizio della tua carriera? Qual è stato il tuo contributo in questo senso?

Maite Maiora: Devo dire che quando ho iniziato, eravamo molto poche donne. Anch’io avevo i miei modelli, donne molto forti. La verità è che è una gioia vedere oggi quante donne ci siano, persone che corrono, ragazze che corrono velocemente. E il mio contributo? Beh, ho sempre cercato di far che la gente, soprattutto le donne, non abbia paura del trail running. Non voglio che abbiano paura di uscire e correre in montagna. Ho sempre cercato di promuovere questo aspetto, e di contribuire in ogni modo possibile. Se anche solo una donna decide di uscire e correre, avrà sempre il mio supporto, il mio aiuto e la mia esperienza per insegnarle ciò di cui ha bisogno.

Odt: Fai parte del Team Vibram. In che modo la tecnologia e l’equipaggiamento hanno influenzato le tue prestazioni nel corso degli anni? C’è qualche prodotto o innovazione che ritieni sia stato cruciale per il tuo successo?

Maite Maiora: Beh, nel mio caso devo dire che sono entrata nel Team Vibram nel 2023, ma la marca Vibram, e soprattutto la suola Vibram, non sono affatto nuove per me. Le uso da anni. In passato, sono stata con altre marche che non avevano suole Vibram e non potevo usarle a causa di contratti con queste altre aziende. Tuttavia, prima di essere sponsorizzata, sapevo già, ho sempre saputo, che è una suola molto buona. Infatti, anche quando non ero vincolata a correre con un determinato tipo di calzatura, ho sempre cercato di assicurarmi che le mie scarpe avessero suole Vibram, perché per me sono sempre state una garanzia di sicurezza. Quindi, quest’anno, l’unione al Team Vibram, posso dire che è stata una grande soddisfazione. Sono super felice perché noto una differenza in termini di aderenza e sicurezza sulle montagne quando corro.

Odt: Qual è il consiglio più importante che potresti dare a chi sta iniziando nel mondo dello skyrunning, e cosa vorresti che sappiano sulla disciplina che hai tanto a cuore?

Maite Maiora: Il mio consiglio più grande per chi sta iniziando è di procedere poco a poco. Dovrebbero cominciare da distanze più brevi, godendosi prima le gare a livello locale. Spesso dico che i programmi non prevedono tutto: puoi scrivere “42 km” su un foglio, ma poi sono le gambe che devono percorrerli. Quindi, iniziate con gare più brevi e meno competitive. Immergetevi in atmosfere più rilassate, tipiche delle gare locali. Se poi scoprite di avere la passione e la voglia di continuare, potrete specializzarvi in distanze più lunghe e dedicare più tempo all’allenamento in montagna. Ma il mio consiglio è sempre di procedere da meno a più, poco a poco.

 

 

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