Chamonix, 31 agosto 2023. IncontriamoMaite Maiora Elizondo presso il Vibram Truck nel villaggio UTMB allestito nel centro della città ai piedi del Monte Bianco. E’ tranquilla, rilassata e disponibile. L’indomani dovrà affrontare una delle prove più dure del circuito ultra-trail e sa che fare una bella gara qui vale più di ogni altra vittoria. Ma non è tesa, ne’ preoccupata, o perlomeno non lo da a vedere. Rispondevolentieri alle nostre domandedimostrando una passione e una serenità invidiabili e una determinazione di ferro. Determinazione che porterà Maite Maiora al traguardo di Place du Triangle de L’Amitié, sabato2settembre, in quintaposizione tra le donne e quarantesima nella classifica assoluta, in 25 ore 2 minuti e 26 secondi. La migliore prestazione di tutto il TeamVibram. Ecco la nostra intervista.
Odt: Durante la tua lunga e stimolante carriera, quali sono stati i cambiamenti più significativi nel mondo dello skyrunning (e ultra trail) che hai osservato, sia in termini di tecnologia che di cultura sportiva?
Maite: Eh, la verità è che sono in questo mondo da circa 13-14 anni e hovistounsaccodiprogressitecnologici. È incredibile: correvo con certe scarpe… e all’epoca quasi non esistevano zaini per il trail running. Le tecnologieavanzate in termini di abbigliamento tecnico per le donnenonesistevano; noi ragazze dovevamo correre con indumenti da uomo, perché altrimenti, beh, non c’erano vestiti particolarmente buoni per quel periodo. A questo proposito, hovistoungrandeavanzamentonelmateriale. Questo influisce anche sul peso degli indumenti e delle scarpe. Oggi vediamo che c’è statomoltolavoro, molti anni di test in laboratorio e tutto è progredito notevolmente. La verità è che èunagioiavederequestiprogressi. C’è stato un grandecambiamentoanche in termini dipersone; oggi la gente corre molto e tutto è moltopiùprofessionalizzato. Si guarda tutto con maggiore attenzione; direi che c’è quasi un “prima” eun “dopo“, con unadifferenzaesponenziale.
Tre espressioni di Maite Maiora durante l’intervista a Chamonix.
Odt: Oltre al running, hai qualche hobby o interesse particolare che ti aiuta a rilassarti e a ricaricare le energie? La musica, l’arte o qualche altra passione artistica hanno un ruolo nella tua vita?
Maite: Sono molto affezionataallamontagna. In inverno, mi dedico allo sci e ad uscire con gli amici. In pratica, la montagna non è solo un luogo dove faccio trail running; è un ambientechemioffremolto. Apprezzoanche il ciclismo. Ma per rispondere alla parte della tua domanda che riguarda interessi al di fuori dello sport, devo dire che hounapassioneper i puzzle, specialmente quelli giganti. Oltre allo sport, abbiamo tutti una vita lavorativa, quindi il tempo libero è limitato. Tuttavia, adorolamusica e ne ascolto spesso quando sono a casa.
Odt. Lo sky running ti porta in alcune delle montagne più spettacolari del mondo. Come la tua connessione con la natura influisce sulla tua vita e sulla tua etica sportiva?
Maite Maiora: Primadiessere una trailrunner o una corridora, sono fondamentalmente una montanara. Il rispetto per la montagnaè per me essenziale, e ci sono molti modi di godere di questo ambiente. Cheiocammini, corra, arrampichi, scii o pedali, lo faccio sempre mantenendo un profondorispetto per l’ambiente e gli animali che lo popolano. È importantericordare che gli animalisononelloro habitat naturale, eiosonol’intrusa che entra nel loro territorio. Non credo che ci debba essere nemmeno una discussione sul gettare rifiuti; il punto è semplicemente di rispettare la montagna. A mio parere, questo rispetto è fondamentale.
Odt. Chi ti ha ispirato nella tua carriera e come spera di ispirare la prossima generazione di sky runners? Come vorresti essere ricordata nel mondo dello sky running?
Maite Maiora: In realtà, quandohoiniziato, nonc’erano molte donne nel campo della corsainmontagna. Tuttavia, ero fortementeispiratadaEmanuelaBrizio, la trail runner italiana. C’erano anche altreatlete, come la bascaNereaAmilibia e un’altra francese di cui, al momento, non ricordo il nome. Sono tuttefigurechemihannoispirata, guardando le quali ho pensato: “Vorrei correre come fanno loro.” Ciò che conta di più perme è esserericordatacome una persona, nonsolocome un’atleta. Una personacheama la montagnae che ama correreinessa. E ogni volta che ho partecipato a una competizione, ho cercato di comportarmi in modo eticamente impeccabile dal punto di vista sportivo. È così che vorrei essere ricordata.
Maite Maiora ha concluso l’UTMB 2023 al 5° posto femminile e 40° assoluto.
Odt. Qual è stato il momento più buio nella tua carriera?
Maite Maiora: Il momentopiùdifficile è stato quandohosubito una frattura da stress al femore. Questo incidente è coincisocon un intervento chirurgico per una lussazione alla spalla che ho dovuto affrontare pochi giorni dopo. È stato un periodoterribile: pensavo che nonavreipiùpotutoneanchecamminare a passo svelto. Mi trovavo a invidiare le persone che vedevo semplicemente camminare per strada. Non sto parlando di correre, ma proprio di camminare a passo svelto. Daquell’esperienza ho imparato ad apprezzare i momentiincuisto fisicamente bene. Non si tratta solo di prestazioni o di tempi; quandononsento dolore,èunmomentoprezioso. Le lesioni più gravi che ho avuto sono queste: la frattura al femore e i due interventi chirurgici alla spalla. Inoltre, continuo ad avere problemi con il tendine del tibiale posteriore, che è molto degenerato.
Odt. Quali sono gli insegnamenti più preziosi che hai tratto dalla tua carriera di sky runner?
Maite Maiora: Gli errori sono i migliorimaestri. Ho imparato che perfarelecosebene, a volte deviprimacapirecomefarlemale. In questo senso, la miacarriera mi haoffertonumeroselezioni. In passato, anche se provavo dolore o disagio, tendevo a seguire ciecamente le indicazioni dell’allenatore o a fare ciò che era previsto. Oggi, invece, hoimparato l’importanza di ascoltareilmiocorpo. Ho compreso che il riposoèanch’esso una forma di allenamento e che non tutti i giorni sono uguali dal punto di vista fisico. Avolte è fondamentale saper mettere un freno per evitare infortuni o per garantire un recupero più efficace. Questa saggezza l’ho acquisitanel corsodel tempo, e spesso imparandodallastradadeglierrori.
Odt. A 43 anni, sei una concorrente molto competitiva. Qual è il segreto della tua longevità nello sport, e come mantieni alta la motivazione e l’energia?
Maite Maiora: È una domanda semplice ma complicata allo stesso tempo. Sì, ho 43 anni e hopassatomoltianniinquestabattagliasportiva. Credo che la miaresistenzaderividalfattoche questo è diventato un vero e proprio stile di vita per me. Soche un giorno tutto questo finirà, perché non potrò dedicare tutta la mia vita unicamente alla competizione ad alto livello. Tuttavia, losportresteràsempre una partedime. Ciò che mimantienemotivata è lasoddisfazionepersonale che provo nel raggiungere determinati obiettivi. Durante questi anni, ho attraversato molti alti e bassi e ho affrontato numerosi infortuni, ma alla fine, è lo stile di vita che ho scelto che mi dà l’energia per continuare. E, perilmomento, nonvedo una datadiscadenza in vista.
Maite Maiora Elizondo è una delle atlete più longeve nel trail running.
Odt: Come vedi il ruolo delle donne nello skyrunning e negli sport estremi oggi, rispetto all’inizio della tua carriera? Qual è stato il tuo contributo in questo senso?
Maite Maiora: Devo dire che quandohoiniziato, eravamo moltopochedonne. Anch’io avevo i miei modelli, donne molto forti. La verità è che è una gioia vedere oggiquantedonne ci siano, persone checorrono, ragazze che corrono velocemente. E il mio contributo? Beh, hosemprecercatodifarsìche la gente, soprattutto le donne, non abbia paura del trailrunning. Non voglio che abbiano paura di uscire e correre in montagna. Ho sempre cercato di promuovere questo aspetto, e di contribuire in ogni modo possibile. Se anche solo unadonnadecidedi uscire e correre, avràsempreilmiosupporto, il mio aiuto e la mia esperienza per insegnarle ciò di cui ha bisogno.
Odt: Fai parte del Team Vibram. In che modo la tecnologia e l’equipaggiamento hanno influenzato le tue prestazioni nel corso degli anni? C’è qualche prodotto o innovazione che ritieni sia stato cruciale per il tuo successo?
Maite Maiora: Beh, nel mio caso devo dire che sonoentratanelTeamVibramnel2023, ma la marcaVibram, e soprattutto la suola Vibram, nonsonoaffattonuoveperme. Leusodaanni. In passato, sono stata con altre marche che non avevano suole Vibram e non potevo usarle a causa di contratti con queste altre aziende. Tuttavia, prima di essere sponsorizzata, sapevo già, hosempresaputo, cheèunasuolamoltobuona. Infatti, anche quando non ero vincolata a correre con un determinato tipo di calzatura, hosemprecercatodiassicurarmiche le miescarpeavessero suole Vibram, perché per me sono sempre state una garanziadisicurezza. Quindi, quest’anno, l’unionealTeamVibram, posso dire che è stata una grandesoddisfazione. Sono super felice perché noto una differenza in termini di aderenza e sicurezza sulle montagne quando corro.
Odt: Qual è il consiglio più importante che potresti dare a chi sta iniziando nel mondo dello skyrunning, e cosa vorresti che sappiano sulla disciplina che hai tanto a cuore?
Maite Maiora: Il mio consigliopiùgrande per chi sta iniziando è di procederepocoapoco. Dovrebbero cominciare da distanze più brevi, godendosi prima le gare a livellolocale. Spesso dico che i programmi non prevedono tutto: puoi scrivere “42 km” su un foglio, ma poi sono le gambe che devono percorrerli. Quindi, iniziate con gare più brevi e menocompetitive. Immergeteviinatmosferepiùrilassate, tipiche delle gare locali. Se poi scoprite di avere la passionee la vogliadicontinuare, potrete specializzarvi in distanzepiùlunghe e dedicare piùtempoall’allenamento in montagna. Ma il mio consiglio è sempre di procederedamenoa più, poco a poco.
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