Metti una mattinata di settembre a Milano, con sole e temperatura ancora mite e la previsione di una bella nuotata nel più bel centro sportivo della città, l’Aspria Harbour Club, e già ti senti in vacanza. Ma se aggiungi la possibilità di prendere parte a una lezione concentrata sugli aspetti più interessanti del nuoto moderno, con atleti e coach del più alto livello, come Mike Maric, Giacomo Carini e Luca Pizzini, del team MP Michael Phelps, allora, da sportivo e giornalista, mi sento fortunato.

Respirazione consapevole
Sul bordo della meravigliosa piscina scoperta da 50 metri del Club milanese iniziamo le attività con una preziosa lezione sull’importanza della respirazione, non solo nel nuoto, impartita dal “guru” Mike Maric, già campione mondiale di apnea o ora uno dei massimi studiosi e divulgatori delle tecniche di respirazione in ambito sportivo. Sdraiati sul pavimento, Mike ci guida ad ascoltare il movimento della nostra gabbia toracica durante il respiro, richiamando la nostra concentrazione in particolare sull’uso del diaframma, un muscolo che per i più è del tutto sconosciuto. Eppure, insiste Mike, è la chiave di tutto, delle tensioni o del rilassamento dell’intero corpo e, nel nuoto, quel fondamentale strumento per amplificare (e di molto) le capacità polmonari e, con esse, la quantità di ossigeno a disposizione durante le fasi subacquee del nuoto. Una serie di interessanti ed efficaci esercizi consente in breve a tutti di comprendere il tema e di scoprire come, in effetti, per la maggior parte del tempo nella vita di tutti i giorni, la nostra respirazione risulti ridotta, parziale, con conseguenze inaspettate che siamo soliti classificare come malesseri generici.

Il Quinto Stile
Per me, che ho frequentato L’ISEF (Istituto Superiore di Educazione Fisica) tanti anni fa, dove sono state molte le ore passate in piscina ad imparare i fondamenti dei quattro stili (libero, rana, dorso, farfalla), apprendere della grande importanza della fase subacquea nel nuoto moderno, tanto da meritarsi la definizione di “quinto stile” e diventare un’arma determinante nel bagaglio delle qualità dei migliori atleti del mondo, è stato davvero entusiasmante. In pratica stiamo parlando delle battute a delfino che vengono prodotte dagli atleti al momento del tuffo in partenza e dopo ogni fase di virata con la spinta al muro, in completa immersione, e per parecchi metri. Lo studio approfondito da parte di scienziati, come Maric, e allenatori ha consentito di verificare come questa fase in apnea, se ben condotta, riesca a far andare più veloce il nuotatore che, talvolta, in presenza di una “cattiva” virata, riesce addirittura a recuperare terreno sull’avversario e superarlo.

Viene il momento della prova in vasca e i nostri coach sono i due atleti del team MP Michael Phelps, Giacomo e Luca, che cercano di farci mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti, invitandoci a sincronizzare la respirazione diaframmatica ai movimenti del bacino e delle gambe, che devono risultare sinuosi e potenti, per fare in modo che la battuta a delfino subacquea sortisca gli effetti di propulsione desiderati. Tralascio ogni commento sui risultati, ma mi soffermo sull’ammirazione che tutti i partecipanti hanno esternato nel vedere i due atleti eseguire, ciascuno nel proprio stile d’elezione, le dimostrazioni in aqua: è stato come essere scesi in piscina con pesci e delfini, esseri perfettamente adattati all’elemento, la cui “acquaticità” è assoluta. Uno spettacolo.